Alessia Pifferi condannata all’ergastolo
Pubblicato da ANCRIM Settore Comunicazione in Notizie · Lunedì 13 Mag 2024
Tags: Alessia, Pifferi, ergastolo
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Alessia Pifferi è stata condannata all’ergastolo. È questa la sentenza dei giudici della Corte d’Assise di Milano per la donna che nel luglio del 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia di due anni Diana, lasciandola sola in casa per sei lunghi giorni.
Nel corso dell’udienza svoltasi nella mattinata della giornata odierna, l’avvocato della difesa, Alessia Pontenani, ha chiesto l’assoluzione della Pifferi, unitamente alla trasformazione del reato in “abbandono di minore”, in quanto “è evidente che non voleva uccidere la bambina e lo ha detto fin dall’inizio”.
L’accusa ha chiesto invece l’ergastolo per omicidio volontario. In particolare, l’avvocato De Mitri, legale di parte civile, così si è espresso: “Pifferi ha ucciso la propria figlia, lasciandola da sola senza acqua né cibo per sei giorni. Sapeva chiaramente che la figlia sarebbe morta. Pifferi ha tradito la piccola Diana, ha tradito il corpo di Diana. È stata una donna presuntuosa. Non ha chiesto aiuto alla famiglia, pur sapendo che la famiglia l'avrebbe aiutata, nascondendo cosa faceva". La mamma Maria e la sorella Viviana erano infatti "le uniche che le hanno dato una mano. La madre ha cercato in tutti i modi di sostenere Alessia Pifferi. Nonostante i rapporti fossero tesi, Viviana ha visto la nascita di Diana come un miracolo. Mai avrebbero potuto pensare che Pifferi abbandonasse in quel modo la bambina.”
Arriva poi la replica del pm Francesco De Tommasi secondo cui “C’è una sola vittima che si chiama Diana, c’è una bugiarda e un’attrice che si chiama Alessia. Vi chiedo di avere pietà di Diana e ad Alessia Pifferi, donna senza speranza, di darle la speranza della pena. Non concedete alcun beneficio perché ha mentito sulla vita di sua figlia, l’ha tradita due volte: quando l’ha lasciata sola e quando in questo processo non si è assunta le sue responsabilità. Condannatela all’ergastolo e avrete dato verità e giustizia a Diana.”
La sentenza definitiva ha accolto le richieste del pubblico ministero confermando il massimo della pena, escludendo la premeditazione dalle aggravanti e stabilendo due anni di sorveglianza speciale.
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